È polemica per la scelta di una negoziante che ha deciso di chiudere il suo negozio per Halloween: “ecco perché lo faccio”.
È bastato un cartello sulla vetrina di un negozio a Roma per accendere un dibattito che, come spesso accade, è finito in un lampo sui social.
“A causa della cosiddetta festa di Halloween, il pomeriggio del 31 ottobre saremo chiusi per l’impossibilità di gestire le scorribande dei vostri piccoli mascherati”. Bastano queste righe, scritte dalla titolare, per dividere il quartiere. C’è chi la capisce perfettamente e chi invece la accusa di essere “contro i bambini”.
La proprietaria, una signora che da anni gestisce il suo negozio di erboristeria nel cuore di Roma, ha deciso di tenere chiuso il pomeriggio del 31 ottobre dopo quello che è successo l’anno scorso.
Racconta che alcuni ragazzini, durante il tradizionale “dolcetto o scherzetto”, sono entrati nel negozio e hanno combinato un disastro: un’incensiera artigianale, realizzata da uno sciamano messicano, distrutta e 120 euro di danni. Non esattamente la scena di un film di Halloween.
“Non ho nulla contro i bambini – ha spiegato – anzi, di solito con loro vado molto d’accordo. Ma la maleducazione no, quella proprio non la tollero”. E in effetti non è la sola a pensarla così: diversi commercianti del quartiere hanno confessato di aver avuto problemi simili e di valutare la stessa scelta.
Perché quando l’entusiasmo dei più piccoli si trasforma in caos e mancanze di rispetto, diventa difficile anche solo mantenere la calma. Ed ecco che scompare la magia della festa.
Ma i social, si sa, non perdonano. Dopo la pubblicazione della foto del cartello su alcuni gruppi di quartiere, si è scatenata la solita tempesta di commenti.
C’è chi l’ha accusata di “essere passivo-aggressiva”, chi le ha dato della “nemica dell’infanzia” e chi, più semplicemente, ha suggerito che avrebbe potuto gestire la cosa “con più spirito”. Tra le tante persone che hanno commentato la scelta della negoziante, anche quella della consulente in educazione Daria Calandrelli, seguita da oltre centomila persone su Instagram, che ha criticato la modalità con cui la decisione è stata comunicata.
La titolare però è serena: “Non chiudo per cattiveria, ma per tutelare il mio lavoro”. E a pensarci la sua scelta dice qualcosa di più grande: che spesso non è la festa in sé il problema, ma il modo in cui la viviamo. Forse dovremmo insegnare ai più piccoli che il vero “dolcetto” è il rispetto, e che non serve travestirsi da mostri per fare paura, basta un po’ di maleducazione per riuscirci davvero.
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