Sentenza storica per quanto riguarda il libretto postale cointestato o ereditato: la Cassazione dà ragione ai risparmiatori.
In queste ultime ore la Corte di Cassazione ha preso una decisione storica, ponendo fine a una situazione che, nel corso degli anni, ha suscitato tanti problemi, nonché molteplici polemiche. Con l’ordinanza numero 28935 del 2025, la Cassazione ha stabilito che deve essere Poste Italiane a dover versare la quota al superstite, in caso di morte del titolare del libretto postale.

Chi possiede un libretto cointestato, situazione abbastanza comune tra familiari, tra coniugi oppure tra genitore e figlio, conosce bene la clausola definita “di pari facoltà di rimborso”. Il libretto postale è dove una famiglia raccoglie i suoi risparmi, mettendoli al sicuro, tuttavia, il problema subentra quando uno dei titolari viene a mancare e il titolare superstite deve ritirare la sua quota.
Libretto postale cointestato, superato il problema della quota da versare al titolare superstite
Quando uno dei titolari del libretto postale cointestato viene a mancare, l’altro di norma si reca alla posta per ritirare la propria quota, che solitamente consiste nella metà della cifra risparmiata, il 50%. Fino ad oggi, però, l’ufficio postale poteva bloccare l’erogazione in caso di opposizione di uno degli eredi del defunto. L’opposizione di un erede, infatti, era sufficiente per bloccare l’intero processo.
In tal caso, a causa dell’opposizione di un coerede, non era più possibile ritirare i soldi dal libretto, bloccando l’intero processo di eredità e provocando un serio danno ai risparmiatori. Ora, però, la Cassazione ha deciso di prendere in mano la situazione e di superare la problematica, stabilendo l’invalidità dell’opposizione da parte di un erede.

Dunque, se il libretto ha clausola di pari facoltà, Poste Italiane è obbligata pagare la quota al titolare superstite. La decisione della Corte di Cassazione scavalca questo cavillo burocratico che ha creato ingenti danni ai risparmiatori, sin dalla sua nascita nel lontano 1991. Se gli eredi avevano potere di veto assoluto, ora le cose cambiano grazie all’introduzione di nuove regole.
Introduzione di nuove regole per ritirare i risparmi accumulati sul libretto postale alla morte del titolare
Opposizione da parte degli eredi eliminata, grazie all’introduzione di regole moderne, che tra l’altro accelerano le faccende burocratiche, di fatto cambiando logica di risparmio postale. Poste italiane costretta a pagare i risparmiatori, anche se uno degli eredi si oppone. Solo in un caso isolato, Poste è chiamata a bloccare il risarcimento: ciò avviene in caso di atti notificati, un provvedimento preso dal giudice.

La morte di uno dei titolari del libretto non cancella il diritto del superstite a intascare la propria quota e quella del defunto, se la clausola lo permette. Dopodiché, una volta trasferiti i risparmi sul proprio conto, si innesca la faccenda dell’eredità, dando inizio a un nuovo procedimento. Poste costretta al pagamento, visto che la dipartita di un risparmiatore ora non può più congelare i libretti. Lavora con Poste Italiane, offerte in tutta Italia: non serve esperienza, né concorso.





