Impensabile ciò che sta per accadere, ancora poche settimane e i pagamenti con carta saranno completamente diversi da oggi.
Negli ultimi anni abbiamo imparato a usare la carta o addirittura il nostro smartphone o smartwatch per pagare anche un caffè. È diventato un gesto naturale: tap, bip, e via. Transazione eseguita senza pensieri.

Ma presto qualcosa cambierà, e non si tratta di una semplice novità tecnologica. Stavolta riguarda il modo in cui i pagamenti elettronici verranno registrati, controllati e trasmessi. Un cambiamento che toccherà bar, negozi, ristoranti e qualsiasi attività che usa un Pos.
Dal 2026 cambia tutto per i pagamenti con carta: ecco cosa dovete sapere
Molte persone ancora non lo sanno, ma dal 2026 la routine alla cassa non sarà più la stessa. Chi lavora dietro un bancone dovrà fare attenzione a un nuovo passaggio ogni volta che qualcuno paga con carta.

Non serviranno nuovi apparecchi o software costosi, ma l’impatto si farà sentire, soprattutto nei primi mesi.
Pagamenti tramite POS: cosa cambierà dal prossimo anno
Negli ultimi tempi il governo ha messo al centro del dibattito la tracciabilità dei pagamenti e la lotta all’evasione. Dopo il Pos obbligatorio, dopo i controlli sugli scontrini e le nuove regole sui corrispettivi telematici, arriva ora una misura che riunisce tutti questi aspetti in un unico meccanismo.

Il motivo di questo cambiamento è quello di cercare di ridurre ancora di più l’evasione fiscale sui piccoli importi, sugli scontrini non battuti o “dimenticati”.
Dal marzo 2026 ogni registratore di cassa dovrà essere collegato direttamente al Pos. In pratica, quando un cliente pagherà con carta o bancomat, lo scontrino fiscale verrà emesso in automatico e i dati dell’incasso finiranno subito all’Agenzia delle Entrate. Non sarà più possibile accettare un pagamento elettronico e non registrarlo: ogni transazione diventerà anche una prova fiscale.
Tutto avverrà online, attraverso il portale “Fatture e Corrispettivi”, dove l’esercente, o il suo commercialista, dovrà associare il registratore di cassa al Pos comunicato dalla banca. Non serviranno fili, aggiornamenti o hardware nuovi, solo un po’ di pazienza per completare la procedura.
Non tutti sono felici di questo nuovo modo di gestire i pagamenti con il POS
Chi ha già un Pos dovrà effettuare la registrazione entro 45 giorni dall’inizio del 2026, mentre chi ne attiverà uno nuovo avrà due mesi di tempo. Chi non si adeguerà rischia sanzioni da 100 a 1000 euro e, nei casi più gravi, la sospensione dell’attività.
Molti però temono intoppi: connessioni lente, problemi di compatibilità con i registratori più vecchi e un’altra montagna di burocrazia da gestire. Vedremo come andrà con questo nuovo sistema, se da una parte l’evasione fiscale sarà sempre più difficile da applicare, dall’altro chi ha problemi di connessione o malfunzionamenti potrebbe trovarsi in difficoltà.





