Torna l’allarme salmonella a preoccupare i consumatori: l’annuncio del Ministero della Salute mette sotto richiamo un prodotto etnico.
Al centro del mirino, questa volta, un prodotto etico particolarmente apprezzato e inserito all’interno delle nostre ricette domestiche. Il Ministero della Salute ha pubblicato un annuncio di richiamo immediato del prodotto dagli scaffali della GDO e di restituzione da parte di chi lo avesse inconsapevolmente già acquistato.
I punti vendita della grande distribuzione, infatti, si mettono a disposizione per riprendere indietro il prodotto e rimborsare il consumatore secondo le modalità e normative interne. E’ di fondamentale importanza che avvenga questo passaggio e che, in alcun modo, sia consumato il prodotto contaminato.
Purtroppo, nonostante i controlli stringenti che vengono messi in atto nell’industria alimentare, può accadere che dei batteri contaminino i prodotti, a causa di errate procedure di conservazione o di preparazione degli stessi.
Ecco perché all’interno del sito web del Ministero della Salute, è presente un portale dedicato che andrebbe regolarmente consultato per restare aggiornati sui lotti ritenuti potenzialmente contaminati, in modo da agire con prontezza e non mettere a rischio la propria salute.
In questo caso specifico si parla di salmonella (o salmonellosi), la quale si manifesta con la stessa sintomatologia della gastroenterite. I sintomi normalmente iniziano ad apparire tra le 6 e le 72 ore in seguito alla contaminazione. Il malessere si protrarrà per 4-7 giorni.
Tra i sintomi più comuni manifestati dalla salmonella, troviamo la dissenteria acquosa (addirittura contenente muco o tracce di sangue), dolori e crampi addominali, febbre (a 39° o più alta), nausea e vomito nonché mal di testa forte. In caso di contagio, è fondamentale bere molto per recuperare i liquidi persi.
In alcuni casi, la salmonella può apparire asintomatica, mentre in altri può sfociare in complicazioni, seppur rare. I soggetti più fragili sono quelli maggiormente esposti al rischio, quindi bambini piccoli, anziani e persone con il sistema immunitario compromesso. L’infezione può diffondersi nel sangue o altri organi, arrivando a causare complicazioni più gravi.
Una volta chiaro il quadro della situazione, si comprende perché si rende fondamentale riconsegnare il prodotto contaminato e non consumarlo. Nel caso in cui la consumazione fosse già avvenuta, è bene rivolgersi immediatamente al pronto soccorso più vicino.
E’ stato richiamato un lotto di curcuma in polvere (haldi powder), del marchio Alìbabà. E’ venduto in sacchetti da 100 g, 400 g e 1 kg. La scadenza è fissata al 22/04/2026. E’ prodotto dall’azienda Nani Agro Foods Ltd e le confezioni riportano il nome “Fresh Tropical Srl by Jawad”, regolarmente commerciata in Italia. Con questo prodotto, il numero di richiami avvenuti nel 2025 per contaminazione batterica si attesta a 493, tutti marchi diversi provenienti da aziende diverse.
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